mercoledì 15 maggio 2013

LA VITA RELIGIOSA SECONDO KIERKEGAARD


La vita religiosa.
Kierkegaard raffigura la vita religiosa nella persona di Abramo, il quale visse tutta la sua vita seguendo le leggi morali, fino a quando ricevette da Dio l’ordine di uccidere il figlio, Isacco, infrangendo cosè le leggi secondo le quali ha vissuto fino a quel momento.
E' per questo motivo che spesso l’affermazione del principio religioso sospende l’azione del principio morale, quindi tra i due principi non c’e’ possibilità  di conciliazione.
Ma come si fa a capire se si è stati veramente eletti da Dio? E' proprio l’angoscia con la quale l’uomo si pone questa domanda la sola assicurazione possibile.
La fede quindi è paradosso e scandalo. Cristo stesso è il segno di questo paradosso, soffrendo e morendo come uomo mentre parla e agisce come Dio.
L’uomo viene così messo davanti a una scelta: credere o non credere. Questo dipende solo in minima parte dall’uomo stesso, perchè è da Dio che deriva tutto, anche la fede.

L'ALIENAZIONE SECONDO MARX


Secondo Marx, alienazione è quel processo che estranea un essere umano da ciò che fa fino al punto da estraniarsi da sé stesso.
Il filosofo di Treviri distingue quattro tipi di alienazione:

L'operaio è alienato dal prodotto del suo lavoro, perché produce beni senza che gli appartengano (infatti sono di proprietà del capitalista)e si trova, anzi, in una condizione di dipendenza rispetto ad essi;
L'operaio è alienato dalla propria attività, perché non produce per sé stesso, ma per un altro (il capitalista);il lavoro dell'operaio non è libero come quello dell'artigiano né fantasioso ma costrittivo,si svolge infatti in una determinato periodo di tempo,stabilito da altri (il capitalista).
L'operaio è alienato dalla sua stessa essenza (Wesen), poiché il suo non è un lavoro costruttivo, libero e universale, bensì forzato, ripetitivo e unilaterale (Marx paragona l' operaio al Sisifo della mitologia greca);
L'operaio è alienato dal suo prossimo, cioè dal capitalista, che lo tratta come un mezzo da sfruttare per incrementare il profitto e ciò determina un rapporto conflittuale.
I quattro tipi di alienazione vengono teorizzati da Marx negli Annali Franco-tedeschi,opera che scrive nel '44 e che sancisce il definitivo passaggio dal liberalismo al comunismo del filosofo-pensatore. Questa alienazione coinvolge solamente gli operai,che vivono appunto in una situazione alienante,dalla quale deriva l'opposizione dialettica presente tra forza lavoro e rapporti di produzione.

Nel 1932 fu dato alle stampe un testo inedito di Marx: "I manoscritti economico-filosofici del 1844". A seguito di questa pubblicazione la tematica dell'alienazione intesa nel suo senso più profondo e non semplicemente politico ritrovò considerazione presso i pensatori che orbitavano più o meno strettamente intorno a questo indirizzo di pensiero sia che fossero uomini politici, filosofi, psicologi, artisti, poeti o letterati.

FEUERBACH


Feuerbach è l'esponente più importante della sinistra hegeliana e il fondatore dell'ateismo ottocentesco. critica all'idealismo Feuerbach critica la concezione idealistico-religiosa poiché offre una visione rovesciata delle cose. Per l'idealismo prima viene l'astratto e dopo il concreto; per lui invece è il concreto a venire prima dell'astratto: vi deve dunque essere un rovesciamento del rapporto tra soggetto e predicato posto dall'idealismo e dalla religione. critica alla religione In questi termini, non è Dio a creare l'uomo, ma è l'uomo a creare Dio. Secondo Feuerbach Dio non è altro che una proiezione o un'oggettivazione illusoria delle qualità umane, quali la ragione, la volontà e il cuore. Individualmente l'uomo si sente debole, ma come specie si sente infinito ed onnipotente. Le qualità della specie vengono dunque personificate nella figura di Dio.

Nietzsche


La filosofia di nietzsche si può dividere in tre fasi:

1) fase schopenhaueriana in cui scrive "la nascita della tragedia"
In questo libro sostiene che l'arte si opponga al caos e avvii alla pienezza dell'essere, ha contatti con Wagner e riprende una teoria greca secondo cui l'Uomo è diviso in due parti che si identificano con
- Apollo: chiarezza razionale, ordine, armonia
- Dioniso: irrazionalità, individualità, perdita di limite morale, estasi.
Nella tragedia greca si fondono perfettamente questi due elementi.
Riassumendo: nella fase schopenhaueriana importante è l'idea di arte, i collegamenti con Wagner e con la tragedia greca

2) fase illuminista in cui scrive "umano, troppo umano"
Si identifica con il decadentismo, con la demitizzazione dei sistemi di conoscenza: Newton in fisica ed Euclide in geometria sono messi in dubbio da nuove scoperte e da soluzioni alternative.
Come la scienza anche la morale perde la sua validità.
Nietzsche è il padre del nichilismo etico: negazione della validità della morale tradizionale. Ne ipotizza però una nuova, quella del superuomo che è basata su fierezza, forza, gioia, amore sensuale, volontà, riconoscenza, guerra.
Questa morale punta ad una vita al massimo del suo sviluppo carnale, ma contemporaneamente intellettuale, implica infatti anche disciplina.
Inoltre cambia idea sull'arte: mentre prima l'arte era il mezzo per mettere ordine al caos, adesso ritiene che l'arte sia solo un'illusione, per quanto meravigliosa- l'arte allontana dalla verità ma contemporaneamente rende bello il mondo. "la verità è brutta, abbiamo l'arte per non perire alla verità"

3) fase dell'oltreuomo o superuomo che dir si voglia, l'opera principale è "così parlò zarathustra"
E’ una sorta di anti-vangelo in quanto contiene in forma di aforismi la tavola dei valori dell'oltreuomo, espressi dallo zarathustra (che non è il superuomo ma ne è il profeta).
E’ scritto in forma aforismatica che è di difficile interpretazione, non è lineare ed è misteriosa proprio perché nietzsche, negando l'esistenza della metafisica, vede il profeta come un veggente -come i decadentisti- che coglie il mistero oltre le cose, ma non possedendolo pienamente, non può spiegarlo in altra forma.
Come già Nietzsche sosteneva nella seconda fase, Dio è morto...quindi sono morte e cadute le certezze dell'uomo.
Questo comporta il fatto che l'uomo contemporaneo non ha basi su cui fondarsi; chi si è illuso della presenza di dio, subisce una grande delusione.
Il nichilismo di nietzsche (negazione dell'esistenza della metafisica, cioè di dio) non è però totalmente distruttivo: è inutile distruggere senza poi costruire. Senza la metafisica e senza dio, dare un senso alla vita è più complesso, però il superuomo ci riesce.
Secondo nietzsche il destino non è modificabile dall'uomo; egli appoggia la teoria dell'eterno ritorno (formulata dagli stoici), secondo la quale il tempo, il divenire non è lineare.
L'eterno ritorno implica una concezione circolare del tempo, e prevede la ripetizione periodica di tutto ciò che è già avvenuto. Il destino segue un processo deterministico di cause-conseguenze inarrestabile, questo non vuol dire che sia ordinato, è lo stesso caotico, però dominato da leggi deterministiche.
In un mondo così sembra non esserci spazio per la libertà, perchè tutto procede con un meccanismo sennonché il superuomo è libero interiormente: la libertà infatti sta nel disporsi positivamente all'accettazione dell'eterno ritorno.
Volontà di potenza non significa cambiare il mondo ma attraverso la piena adesione ed accettazione di questo, far sì che il mondo diventi a propria misura.

Riassumendo:

Il superuomo è colui il quale
- vive oltre la morale tradizionale (perchè non è valida) --> nichilismo etico
- costruisce e segue una nuova tavola di valori --> fierezza, forza bla bla bla
- con la volontà di potenza supera l'avversione al destino che comunque non può modificare e con un atto di coraggio, accetta l'eterno ritorno.

mercoledì 13 marzo 2013

Il Manifesto del partito comunista



Il termine rivoluzione entra nel lessico politico sostanzialmente tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento con una provenienza molto specifica. Esso infatti non nasce in un contesto politico, ma originariamente in un contesto di carattere scientifico. Revolutio vuol dire, per l’appunto, la descrizione del movimento ricorsivo di un corpo celeste attorno a un altro corpo. Quando il termine entra nel lessico politico, all’incirca mezzo secolo dopo, porta con sé questo significato, per cui la rivoluzione, anche in senso politico, non è, come noi possiamo immaginare, un processo di abbattimento di un ordine esistente e sua sostituzione con un nuovo ordine economico, politico e sociale. Viceversa, il termine riforma, ci mostra come essa sia quel processo mediante il il quale conferiamo una nuova forma, e quindi nuove modalità organizzative complessive, all’insieme delle relazioni sociali e politiche. Come si vede, i due termini hanno subito nel tempo un completo rovesciamento del loro significato originario.

Nel video qua sotto si parla di come il Manifesto comunista abbia avuto un determinato potere e una determinata importanza nella nostra storia.

IN CHE COSA MARX SI DISTACCA DA FEUERBACH?


IN CHE COSA MARX SI DISTACCA DA FEUERBACH?



I momenti della condivisione di Feuerbach e Marx nella critica della filosofia hegeliana sono:

• La rivendicazione della naturalità e della concretezza degli individui.

• Il rifiuto dell'idealismo teologizzante di Hegel che ha ridotto l'uomo a manifestazione di soggetto spirituale infinito.

• Teorizzazione del "rovesciamento materialistico" fra soggetto e suo predicato, fra concretezza ed astrazione.

Il distacco di Marx da Feuerbach è segnato:

• Dal fatto che Feuerbach ha perso di vista la "storicità" dell'uomo che per Marx è soprattutto 
società e quindi storia, nel senso che l'"Uomo" in astratto non esiste perché è prodotto di una determinata società.

• L'interpretazione religiosa – Feuerbach ha scoperto il meccanismo dell'alienazione religiosa (non è Dio a creare l'uomo, ma l'uomo "proietta" Dio sulla base dei propri bisogni), ma non ha saputo cogliere le cause reali del fenomeno religioso e non è in grado di offrire validi mezzi per il suo superamento. Per Marx le radici del fenomeno religioso sono da cercare non nell'uomo, ma nella tipologia storica della società.

• Feuerbach ha ignorato l'aspetto attivo e pratico della natura umana cercando la soluzione ai problemi reali in una dimensione prevalentemente teorica. In pratica ha ignorato la validità della "prassi".

venerdì 23 novembre 2012

Schopenauer e Matrix

Che collegamento c'è tra Schopenhauer e Matrix? 

Per S. ciò che noi vediamo e sentiamo abitualmente, il mondo della nostra esperienza sensibile, non è altro che una nostra rappresentazione. Di più: una rappresentazione illusoria, un'apparenza (un fenomeno). In maniera più radicale: per S. il mondo sensibile, in quanto rappesentazione, nasconde l'essenza vera del mondo. In quanto "nasconde", il mondo sensibile non è altro che il velo di Maya. In Matrix il mondo abituale, quotidiano, il mondo vissuto da Neo,il protagonista della storia, non è altro che un'illusione.